Il tema della sicurezza in rete è, da tempo, al centro dell’attenzione.
Con l’avanzare della tecnologia e delle possibilità proposte da internet, aumentano di pari passo anche i rischi e i pericoli di vedere rubati i propri dati, se non addirittura i propri account.
Capita spesso, infatti, che il proprio account possa ritrovarsi oggetto di attacchi da parte di malintenzionati, con il rischio di vedere i propri dati personali (oltre ad eventuali carte di credito registrate per effettuare pagamenti) carpiti e utilizzati da questi ultimi.
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Naturalmente, nell’era digitale, la sicurezza cerca di tenere il passo del progresso e, se ieri l’unico modo per correre ai ripari era cambiare spesso e volentieri la password dei nostri account, usandone sempre di diverse e seguendo le classiche linee guida per crearle (presenza di caratteri speciali, maiuscole, numeri, varie ed eventuali), oggi fortunatamente esistono metodi aggiuntivi.
Ben inteso che tali metodi non rendono inutili le accortezze appena descritte (è sempre bene aggiornare la password, questa rimane la regola d’oro) ma, aggiungendosi ad esse, inseriscono ulteriori livelli di protezione.
Aziende come Google e Microsoft (solo per citare alcune tra le più autorevoli) garantiscono, già da tempo, ai propri utenti la possibilità di recuperare un account oggetto di attacco, inserendo un secondo indirizzo email tra le impostazioni di sicurezza, indirizzo che verrà poi utilizzato in caso di necessità.
Ovviamente, in questo caso, parliamo più di escamotage per contenere i danni che per prevenirli.
Ed è per evitare che si verifichino certe situazioni che, ultimamente, sono state create nuove funzioni di sicurezza a livello di login degli account, che rendono il furto di considerevolmente più difficile.
Oggi, infatti, possiamo scegliere di attivare la “verifica a due passaggi”.
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Di cosa si tratta?
In poche parole, nel momento in cui entriamo nel nostro account inserendo nome utente e password, il sistema non ci consente immediatamente l’accesso, ma ci chiede prima una seconda conferma, inviando una richiesta di autorizzazione al nostro secondo indirizzo email o, addirittura, al nostro smartphone (se opportunamente configurato).
Virtualmente, questo meccanismo arriva anche a raddoppiare la difficoltà nel “bucare” le nostre credenziali e ci segnala immediatamente il pericolo inviandoci tempestivamente una richiesta di autorizzazione e consentendoci di valutare prontamente se è stata generata da noi.
I passaggi per attivare questo secondo livello di protezione sono semplici: spesso ci viene direttamente proposto all’attivazione di un account o con dei reminder regolari quando effettuiamo la login.
Ad ogni modo, ove voleste attivarlo su Google, è sufficiente accedere alla homepage e andare su “account personale”.
Una volta fatto ciò, dovrete selezionare la voce “accesso e sicurezza”.
Nella pagina che si aprirà saranno presenti tutte le funzioni di sicurezza per il nostro account, che possiamo modificare a piacimento.
Se il nostro smartphone Android è sincronizzato con il nostro account Google, possiamo decidere di farci arrivare tramite notifica push la richiesta di autorizzazione.
La stessa operazione può essere compiuta grazie all’app Google Authenticator, disponibile sia per:
Ove caso avessimo più di un account, possiamo ovviamente registrarli tutti nell’app, l’uno indipendentemente dall’altro.